Benché scritta in una lingua a lui sostanzialmente sconosciuta, la letteratura tedesca ha rappresentato per Mario Luzi una fonte di ispirazione fondamentale. Tra i molti autori germanofoni con i quali il poeta è entrato in contatto, Novalis, Hölderlin e Rilke hanno rappresentato veri e propri punti di riferimento.
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Del primo a colpire Luzi è il delicato platonismo cristiano e un concetto di reale che si rivela sorprendentemente riattualizzabile nel dibattito sul realismo degli anni Cinquanta. Con Rilke il rapporto, pur intenso, appare controverso: da una parte distaccata ammirazione per la sua fantasia antropocentrica e sensuale, dall’altra sincera affinità all’insegna dell’orfismo e del recupero di una «hòlderliniana» poesia ad alto potenziale speculativo. Ed è proprio Hölderlin a risultare l’autore d’elezione: uno dei pochi, come ha scritto Luzi, che «bisogna leggere sempre».