Dagli anni Trenta fino alle soglie del Novecento, dall'opera del debutto, Oberto conte di San Bonifacio (1839), a Falstaff, ultima prova di un lungo impegno drammaturgico (1893), la musica di Verdi accompagnò idealmente più di mezzo secolo di trasformazioni politiche e civili dell'Italia.
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Il senso dell'arte verdiana si manifesta nell'indagine del mondo dei diseredati e nella mitizzazione della figura di Shakespeare e del suo teatro, in un confronto simboleggiato da valenze contrastanti: l'audacia di Macbeth, l'esito felice di Otello e di Falstaff, ma anche la lunga e infruttuosa gestazione di Re Lear. E si rivela anche nel complesso atteggiamento verso la fede e la religione, dapprima elementi emozionali, poi consapevoli spunti drammatici.